Torrioni del Ru: via “Chiacchiere e distintivo”
200m, I/S1, 6b+ (5c/A1 obbl.)
M.Blatto, F,Chiarottino, U.Lardieri giugno/luglio 2023. Dal basso e dall’alto. Terminata il 06/09/2023 da M.Blatto e F.Chiarottino
Note: una bella linea “diritta”, tra “Masha” e la variante d’attacco di “Fantasia”, con passaggi divertenti e mai banali. La via interseca in modo discreto il “Labirinto Verticale” in tre punti e completa il settore della vicina “Parete della cascata” (e al tempo stesso i Torrioni del Ru). Può essere intesa come una possibilità veloce se si ha poco tempo o se le previsioni sono dubbie. Il tutto in un’area che avevamo iniziato a esplorare nel 1989. La chiodatura è ottima, ravvicinata nei tratti più impegnativi, cosicché la via si può intendere “plaisir”, anche se la natura del terreno la pone in un contesto di montagna con pericolo di caduta pietre dalle cenge. E’ richiesta attenzione e cura nelle manovre di corda. Se combinata con “I tre amici”, grazie al nuovo tiro di raccordo, si ottiene una lunga arrampicata di 12 lunghezze mai banale
primo tiro
Accesso: da Balme (ex Albergo Camusot), seguire il segnavia per il Lago Mecurin e il Ginevrè (accessibile anche dalla provinciale più in basso, poco oltre il parcheggio; cartelli). Salire alcune ripide svolte, oltrepassare la deviazione per il “Sentiero degli stambecchi” e guadagnare più in alto il bivio per il Labirinto Verticale, che si segue a destra (cartelli, segnavia 229). Andare in diagonale, oltrepassare delle pietraie e seguire la traccia segnalata nel caos del boschetto, per poi uscire in vista della bella cascata del Rio Pissai, con la parete omonima. Seguire la traccia fino al punto più basso delle rocce, dove attacca “Fantasia”. Di qui seguire prima in diagonale, poi in ascesa una traccia (ometti) che passa sotto la “Variante d’attacco di Fantasia” e poi sale verso Masha. Dopo 50 metri si trova l’attacco della nostra via, a sinistra di uno scolo d’acqua biancastro (scritta alla base; 35’)
il tracciato
Salita:
L1: superare facili risalti dello zoccolo e poi portarsi sotto l’impennata del pilastrino, breve ma strapiombante. Impegnarsi in un movimento su poche prese e in allungo con duro bloccaggio agguantare una fessurina-lametta verticale, per ribaltarsi al di sopra (6b+, un buon 6c per i “corti”). Seguono appigli migliori e placca levigata ma facile (4c).
L2: salire brevi gradini erbosi, poi affrontare con movimenti delicati una placca levigata, sfruttando provvidenziali fessure cieche (5c+, delicato)
L3: dalla S2, quasi sul margine del passaggio del “Labirinto verticale” superare il canalino del percorso e attaccare un muro con due fessure orizzontali (4c), poi salire oltre un gradino erboso sul bellissimo spigolo-pilastro, che nella parte centrale richiede di nuovo alcuni metri verticali dove bisogna usare i piedi bene (5c+), guadagnando la S3 presso un gigantesco blocco sporgente ben visibile dal basso.
L4: spostarsi a sinistra con cautela su rocce talcose, poi affrontare una facile placca appoggiata ma marmorea per una decina di metri (3a), scavalcando di nuovo l’esile canalino-rampa del “Labirinto verticale”. Affrontare con passo atletico una lama originata da due massi addossati alla parete e raggiungere il muretto verticale soprastante. Superarlo con bel passaggio tecnico (5a) e portarsi verso la placca bluastra che difende la sosta.
L5: facilmente su una placchetta e poi qualche passo a piedi fino a rocce rotte che segnano l’inizio di uno speroncino di placche. Superare una placchetta, poi affrontare un passo dove i piedi vanno usati molto bene, per afferrare, dopo due tacchette, lo spigolo a destra in alto (5c). Uscire sullo spigolo e poi salire un ultimo muretto verticale (4c)
L6: attraversare brevemente la cengia dove passa il tracciato del “Labirinto verticale” e salire su un masso tavolare alla base del salto successivo (ometto). Salire uno speroncino abbattuto, poi delle placche nerastre 5a, fino a spostarsi a destra su un muretto che evita con leggero semicerchio una lama dalla dubbia solidità in centro parete. Rientrare a sinistra con passo delicato e fix apparentemente angolato, superando un muretto su prese arrotondate 5b/c, poi facilmente in sosta.
L7: da salire solo se s’intende continuare sulla via “I tre amici (5 tiri max 5b). Qui conviene avere al seguito le scarpe da avvicinamento con cui peraltro si scala agevolmente il tiro. Salire un muretto (3c, fix con placchetta rossa visibile), poi continuare su facili placche abbattute (max 3b) fino alla sosta sul margine del canale erboso. Salire il canale erboso puntando a un grande masso isolato, oltre il quale si raggiunge l’attacco della via “I tre amici” (5 min dalla S7). Dal masso isolato del canale erboso è possibile “scappare” a SX verso il “Labirinto verticale” con poche decine di metri di percorso.
il pilastro del secondo tiro
Discesa: in doppia ungo la via (max 30 m; attenzione alla seconda calata si arriva in sosta giusti se con corda di 60 m), o rapidamente a piedi lungo il “Labirinto verticale”. Se si sale ancora la via “I tre amici” una volta scesi in doppia da questa via, raggiungere il “Labirinto Verticale” e scendere per esso (catene, corde fisse) fino alla base di L6, da cui si reperisce agevolmente la S5 da cui si cala in doppia lungo la via. Oppure a piedi lungo il “Labirinto verticale”.
Materiale: 12 rinvii. Corda di 60 m sufficiente (ma con attenzione). Se si volesse fare la combinazione con la via “I tre amici” oltre L6, conviene avere due mezze corde e scarpe di avvicinamento al seguito.