Cresta delle Torri (1702m)

26 Nov 2024 | Aggiornamenti della Guida, Arrampicata, News & Articoli

Proponiamo due belle novità alla Cresta delle Torri, che è l’imponente struttura rocciosa a monte della Rocca di Lities. Un luogo solare e di comodo accesso.

 

VIA “TORUK”

 

M. e L. Biason, A. Ajungo, N. Moser, dal basso

17 settembre – 08 novembre 2024

75 metri       I/S1       6C (6A+ obb)      esp: sud

Materiale in posto: spit-fix, 2 chiodi

Materiale occorrente: 12 rinvii

Avvicinamento:

dal parcheggio davanti la chiesetta di Lities continuare a piedi fin dove finisce la strada e seguire le indicazioni per il “Colle della Fourchietta”. Dopo aver superato un pilone votivo risalire il bosco fino ad un guado sul torrente e seguire le indicazioni per il colle. Seguire i bolli rossi fino al bivio (cartelli di legno) e seguire le indicazioni per il colle.

Arrivati in prossimità delle pareti del colle la via attacca a dx (targhetta e fix visibile).

35 minuti dall’auto

L1  6B+: Salire la fessura strapiombante tra incastri e buone prese.

Dopo uno sbilanciante  passo di dulfer puntare al distante spigolo a destra per

ribaltarsi sul terrazzino (chiodo) e superare dei piccoli tetti ben ammanigliati.

Uscire su una breve placca appoggiata fino alla base del muretto successivo.

Sosta 2 fix con cordone e maglia rapida. [20 metri]

L2  5C: Breve muretto iniziale. Piccola cengia erbosa di trasferimento per portarsi alla

base del salto successivo dove si risale l’evidente diedro a V fino ad un terrazzino.

Un secondo breve diedro con passi di dulfer porta alla base del grande

diedro-camino finale, alla fine del quale si raggiunge il terrazzo di sosta a sinistra.

Sosta cordone su spuntone ancorato con due chiodi. [30 metri]

L3  6C: Risalire il diedro fino ad arrivare alla rampa inclinata a destra e percorrerla fino al

suo termine. Iniziare una dulfer aggettante fino quasi alla fine del diedro (chiodo).

Appena prima del tetto puntare allo spigolo dove uscire con passo di forza e

piccoli piedi. Qualche passo facile a destra della betulla fino in sosta.

Sosta 2 fix con cordone e maglia rapida [25 metri]

Discesa:

arrivati all’ultima sosta seguire la breve corda fissa e i bolli rossi prima in salita poi, superato un grande masso tavolare, in discesa fino a ricongiungersi al sentiero di discesa delle vie della cresta che riporta a base via. Scendere lungo il sentiero di salita.

50 minuti alla macchina

Discesa in doppia fortemente sconsigliata per rischio incastro corde.

Note:

Da più di un anno ormai io e mio fratello J abbiamo iniziato a far combriccola fissa di Alfredo Ajungo e Nicola Moser, due ragazzi con cui abbiamo frequentato insieme i corsi della scuola Gervasutti. Qualche mese fa Alfredo mi aveva detto che avrebbe avuto il piacere di aprire un tiro con noi, ma che fosse qualcosa di difficile e impegnativo. Aveva in mente già il nome: Toruk, come la creatura mitologica difficile da domare del mondo di Pandora.

A queste parole mi è ritornata in mente la possibilità di salire la parete vicino al colle della Fourchietta, una possibilità che avevo intravisto da un paio d’anni ma che non avevo mai avuto l’occasione di esplorare più a fondo, trattandosi di una parete in leggero strapiombo non prometteva nulla di facile: proprio come voleva Alfredo. Così un nebbioso giorno di settembre ci ritroviamo sotto parete ad osservare e fantasticare. Nessuno di noi si sarebbe aspettato che nell’arco di poco più di un mese avrebbe preso forma non solo il monotiro, ma anche una via di 3 tiri per nulla banali!

É stata la nostra prima esperienza di apertura con il trapano dal basso e non sono mancati i momenti di tensione e di felicità, ho accettato l’euforia e fatto spazio all’attesa, mi sono ritrovato ad avere più dubbi che certezze e voglia di mandare tutto all’aria ma la presenza di J e dei ragazzi con cui confrontarsi è stata un enorme spinta creativa.

Alfredo alla fine ha trovato la sua Toruk.

PDF SCARICABILE:

Toruk

 

 

 

VIA “E FARE CASO A QUANDO SIAMO FELICI”

 

M. e L. Biason il 10/06/2024

M. e L. Biason; N.Moser; varianti il 17/11/2024

120 metri      I/R2    VI- (V obb)    esp: sud

Materiale in posto:  2 chiodi di progressione, 2 chiodi di sosta, un cordone di sosta,

una sosta di calata

Materiale occorrente:  una serie di friend dallo 0,2 al 4, doppi 0,5 0,75 1 e 2

nut, chiodi e martello

Note: via tecnicamente poco impegnativa ma che richiede di saper verificare la qualità della roccia

Avvicinamento:

dal parcheggio davanti la chiesetta di Lities continuare a piedi fin dove finisce la strada e seguire le indicazioni per il “Colle della Fourchietta”. Dopo aver superato un pilone votivo risalire il bosco fino ad un guado sul torrente e seguire le indicazioni per il colle. Seguire i bolli rossi fino al bivio (cartelli di legno) e seguire le indicazioni per il colle.

Poco prima di arrivare al colle attraversare orizzontalmente la pietraia da destra a sinistra per portarsi alla base dell’evidente avancorpo del grande torrione (traccia su pietraia).

L1  V : Breve diedro, seguire la fessura fino alla fine e puntare allo spigolo a destra con

passo delicato. Risalirlo e affrontare la placca appoggiata di 5 metri,

facile ma improteggibile, fino al terrazzino dove sostare con friend o spuntoni.

Tiro originale: salire a destra dell’evidente diedro fessurato per poi riportarsi su

esso in traverso su buone lame. Risalire il diedro in dulfer fino al piccolo tetto.

Traversare a destra e risalire il facile spigolo fino al terrazzino di sosta (V).

L2  V : Salire in leggero traverso a sinistra su terreno facile e affrontare il muro verticale su

prese buone. Leggero strapiombo facile con spigolo e lame fino ad un terrazzo.

Ultimi metri in strozzatura facile fino alla cima dell’avancorpo. Sosta su spuntone.

L3  III : Tiro di trasferimentosul fil di cresta facile ma poco proteggibile, al termine 3 metri

in disarrampicata. Terreno facile fino alla parete successiva.

L4  VI- : Scendere qualche metro a sinistra. Risalire l’evidente fessura terminale della

rampa che sale verso destra. Puntare al sistema di lame (roccia da verificare)

in direzione del diedro sovrastante (1 chiodo) con ingresso da capire, ottime mani

in uscita. Terrazzo di sosta (cordone).

Tiro originale:  Scendere qualche metro a sinistra. Risalire l’evidente fessura

terminale della rampa che sale verso destra, percorrerla fino quasi al termine e

risalire il muro verticale su buone prese. Una volta sullo spigolo, traversare a

sinistra fino a raggiungere il cordone di sosta (V).

L5  V+ : Pochi passi in discesa a sinistra per entrare in una rampa che sale a sinistra.

Girare lo sperone e risalire il diedro su roccia lavorata fino alla base del diedro

(1 chiodo), risalire la dulfer ben proteggibile fino al terrazzino di sosta (2 chiodi).

L6  V : Aggirare lo spigolo a sinistra sotto l’enorme prua, qualche metro in traverso a

sinistra su lame riverse fino ad un masso prima dell’albero. Salire il leggero bombè

e uscire a destra fino a riperire il sistema di fessure su muro lavorato fino alla

cresta sommitale dove sostare su spuntone.

Discesa:  Scavalcando la cresta finale si reperisce la sosta di calata situata sul versante

opposto a quello di salita. Con una doppia da 50 metri si arriva sulla pietraia,

qualche ginepro può disturbare la discesa.

Scendendo la pietraia andare verso sinistra su traccia fino a ritrovare il sentiero

fatto in salita.

Note: il 10 giugno, complici le lunghe giornate, propongo a mio fratello J di provare a salire una linea che avevo individuato anni prima al colle della Fourchietta (linea che poi diventerà l’attuale Toruk).

Non abbiamo mai aperto nulla di nuovo prima d’ora e le comode pareti della zona di Lities sembrano un bel posto dove provare a fare un po’ di esperienza. Una volta raggiunta la base della parete al colle però ci rendiamo conto che la fessura iniziale è ancora bagnata a causa delle piogge dei giorni precedenti. Ne approfittiamo allora per curiosare in giro, intanto il tempo passa.

Passando sotto il grande torrione a sinistra della cresta delle torri scorgo una possibilità di salita, ne parlo con J e dopo poco siamo pronti per salire. Il peso all’imbrago è importante ma non ci scoraggia a cercare i punti deboli di questi piccoli affioramenti rocciosi. Così inizia l’avventura, un tiro dopo l’altro ci alterniamo fin nel cuore del grande torrione sotto l’enorme prua che da sotto sembrava meno strapiombante. Il sole sta tramontando e non siamo ancora usciti in cima, la poca esperienza ci rallenta. La poca luce che rende lo strapiombo ancora più minaccioso, ci convincono a trovare una scappatoia che troviamo traversando a sinistra sotto il naso finale, facendoci trovare invece una parete decisamente più accogliente ricca di appigli e fessure. Arrivo in cima alle 22e10, al buio. La pochissima luce rimasta mi permette appena di piantare due solidi spit e creare una sosta di calata, da sotto avevamo intravisto la possibilità di calarsi direttamente sulla pietraia ma ora al buio è tutto più frizzante. Mi calo per primo. Dopo i primi metri inizia il vuoto, una calata di 30 metri in strapiombo senza toccare parete, arrivo a terra dopo 50 metri. Non è un paretone con tiri da antologia, non è una via continua e la roccia non è delle migliori ma è un posto dove abbiamo provato sorpresa, dubbio, paura, incertezza ma soprattutto felicità perchè abbiamo scoperto qualcosa in più di noi che prima non sapevamo. Eravamo felici e lo sapevamo.

Il 17 novembre nel corso della prima ripetizione abbiamo apportato alcune varianti al primo e al quarto tiro che rendono la salita un po’ più omogenea.

La via si sviluppa sull’avancorpo e sul torrione al centro della pietraia che sale verso il colle della Fourchietta, torrione soprannominato “del cammello” per la forma che vagamente ricorda il profilo di un cammelo. La qualità della roccia è a tratti ottima e in alcuni punti mediocre dove occorre valutare il percorso all’occorrenza.

 

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E fare caso a quando siamo felici

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