PUNTA: Uja di Mondrone
ALPI: Alpi Graie Meridionali
VALLE: Val d’Ala
LOCALITA’: Fraz. Molera – Balme (1458m) oppure bivacco Molino (2280m)
VIA: Rosenkrantz
APRITORI / DATA: sig.na Adriana Ribetti, Daniele, Giorgio e Sergio Rosenkrantz / 11 agosto 1939
ESPOSIZIONE: nord-est
SVILUPPO: 500m
DIFFICOLTA’: AD+
MATERIALE IN POSTO: le soste sono attrezzate a 50m con spit e catena
MATERIALE OCCORRENTE: utile qualche chiodo, nut e friend, alcune fettucce e corda da 60m
AVVICINAMENTO: superato Mondrone poco prima di giungere a Balme, si svolta a destra verso Chialambertetto e quindi ancora a destra tornando indietro sulla vecchia strada si incontra, dopo poco, il bivio che sale alla piccola borgata di Molera. All’ultimo tornante, poco prima delle case, si parcheggia negli esigui spazi a bordo strada e si prende il sentiero per il Passo dell’Ometto e il bivacco Molino, che si raggiunge in un paio di ore. Ancora 30-40 minuti e si è all’attacco. L’ascensione è comodamente fattibile in giornata ma il bivacco è molto bello e accogliente (coperte, no gas). L’acqua può essere un problema ma di solito si trova a destra della palina segnaletica, appena sotto il Molino. Altrimenti bisogna scendere fino al piano dove si ricongiunge la normale dell’Uja.
NOTE: la grande classica dell’Uja, meno facile e scontata di quanto la gradazione potrebbe far pensare.
DESCRIZIONE VIA:
Attaccare sulla direttrice del grande diedro per il quale si svolge la salita; il diedro caratterizza per due terzi della via la parete sino alla grande cengia inclinata, 100 m. sotto la vetta.
Per facili rocce si perviene nel diedro. (sosta 1) Salire nel suo fondo per 50 m (III), attraversare 2 m a sinistra, per superare una placca (IV-).
Salire direttamente un salto verticale per circa 4 m (IV-) e proseguire per facili roccette sino ad un terrazzo.
Proseguire in “dulfer” su una placca per 30 m (III) e poi direttamente, fino ad un canalino a sinistra (qui ha inizio la variante Leonessa-Migliasso), superare sulla destra un muretto; questo porta ad una cengia sovrastata da un’alta barriera rocciosa, visibile dal basso dove ha inizio il tratto più difficile della salita. Superare un muretto verso destra e salire direttamente per 10 m fino ad un terrazzino.
Per uno spigolo a destra e poi direttamente su minuti appigli per le dita superare il muro aggettante (IV+) e, afferrata una fessura raggiungere una cengia ingombra di blocchi.
Attraversare a destra su placca, spesso bagnata (IV), quindi salire direttamente per uno speronino inclinato, non difficile, sino a raggiungere, con salita diagonale verso sinistra, la grande terrazza di placche inclinate, dalla quale si erge la parete finale alta 100 m.
Dei tre canali-camino che si presentano, scegliere quello centrale e risalirlo sul fondo o per le rocce laterali fino in vetta (III).
(relazione di salita tratta dal sito del Cai Ala di Stura)
DISCESA: per la normale