Falesia “Cimitero delle Felci” (Roc Carà)
DESCRIZIONE:
La falesia conosciuta come “Cimitero delle Felci” nella toponomastica locale è denominata Roc Carà. Dalla provinciale, arrivando all’altezza del cimitero e del campeggio di Cantoira, appare come un pilastro rossastro e affusolato che svetta dal bosco e che rimane all’incirca sotto la direttrice della soprastante Rocca di Lities. Guardandola da lontano si vede solamente la sua parte superiore, una grande placconata, appoggiata e adatta a vie di più tiri, nulla può far presagire che viceversa la porzione basale, immersa nel castagneto, sia verticale e strapiombante. Un po’ una beffa per chi vorrebbe scalare il pilastro intero su difficoltà contenute, una bella sorpresa invece per gli scalatori alla ricerca di tiri medio difficili atletici, dove mettere a dura prova dita e avambracci.
scalando nella parte centrale
Il “Cimitero delle Felci” venne scoperto ed attrezzato a metà degli anni ’80 dell’altro secolo da Domenico Berta, una meteora dell’arrampicata valligiana. Dotato e talentuoso arrampicatore mise la sua firma su diversi itinerari in Val Grande, basti ricordare su tutti “Spit Story” in Sea, aperto con Alberto Ala nel 1985, che riflette assai bene lo stile di quelle aperture già “moderne” in un periodo di transizione dell’arrampicata. Anche i suoi tiri in questa falesia, non a caso tra le più dure della valle, riflettono quello stile, non solo nella concezione, che oggi può apparire scontata ma che non lo era certo in quegli anni e soprattutto in queste valli, ma anche nei gradi originali tiratissimi e nelle chiodature originali, più che engagée.
la fessura “Luridu et impestaj”
Tra la fine degli anni ’80 e la metà dei ‘90 proseguì l’opera del Berta un altro prolifico arrampicatore: Diego Re. Ampliò il settore attrezzando tiri nuovi ma sempre con la stessa ottica e filosofia, ovvero chiodature lunghe, al limite del volo a terra, e gradi tiratissimi, il più delle volte assurdi se pensati fatti “a vista” o quasi. Lo stesso Re operò successivamente una semi operazione di restyling a resinati, ma solo su alcune vie e non cambiando di molto la posizione dei punti di assicurazione.
Per tutti questi motivi, e forse per una scarsissima se non nulla pubblicizzazione, il sito versava in stato di pressochè totale abbandono. Nell’ambito di un più vasto progetto di rivalorizzazione e ripristino delle falesie cantoiresi, portato avanti dal “Gruppo Valli di Lanzo in Verticale” ed incoraggiato dallo stesso Comune di Cantoira, i fratelli Luca e Matteo Enrico hanno messo mano agli itinerari aggiungendo alcune protezioni su quelli già richiodati con lo stile originario “anni ‘80” ed eliminando alcuni passi oggettivamente pericolosi e poi chiodandone di nuovi.
pulendo il nuovo settore di sinistra
Onde evitare polemiche, costantemente in auge nel mondo verticale, i medesimi tengono a precisare che, nonostante il progetto sia stato condiviso con il Comune, molto prima di iniziare i lavori avevano informato chi prima di loro si era adoperato ad attrezzare il sito per evitare equivoci circa i possibili rimaneggiamenti.
nell’antro strapiombante di sinistra
La falesia, in una roccia che pare serpentino ma che in realtà è prasinite e anfibolite resa rossa dall’ossidazione dell’epidoto (ferro), presenta come già detto tiri atletici ed intensi, è ben sfruttabile nelle mezze stagioni e rappresenta una valida alternativa ad altri luoghi più conosciuti ma anche affollati. Per dare un’idea del periodo di fruizione si tenga presente che verso metà/fine novembre il sole arriva verso le 9.30 / 10 e sparisce alle 14.30, vista la relativamente bassa quota (890m) se il periodo non è troppo freddo si scala ancora tranquillamente anche dopo la sparizione del sole.
La parete non avendo vegetazione soprastante asciuga in fretta e nel settore sinistro, sotto al grande antro strapiombante, è possibile scalare anche se si mette un po’ a piovere. Alcune infiltrazioni endemiche del luogo possono disturbare, ma non troppo, le partenze di alcuni tiri del settore sinistro.
in verde il “Giocattolaio pazzo”, in rosso il nuovo “Made in Teo”
AVVICINAMENTO:
Arrivati a Cantoira superare tutto il paese e giungere al cimitero che si trova sulla destra, poco prima del campeggio. Posteggiare nell’ampio parcheggio dietro di esso. Sul limitare del parcheggio a destra parte in salita una stradina erbosa che costeggia il torrente. E’ possibile giungere alla falesia tramite due accessi:
la pancia centrale
- Seguire in salita la stradina erbosa che costeggia il torrente, bollinata con i segni bianco-rossi del sentiero che poi prosegue fino alla frazione di Lities. Giungere a una casa dell’acquedotto in cemento squadrata e continuare a seguire il sentiero bollinato che passa a sinistra di essa. La si supera lasciandola sulla destra e pochi metri dopo si incontra un evidente masso sulla cui faccia c’è un segno bianco-rosso. In questo punto abbandonare il sentiero e svoltare a sinistra su una traccia segnata con tacche rosse (pochi metri a monte del bivio scritta in vernice “Roc Carà”, che nella toponomastica locale è il “Cimitero delle Felci”) che salendo nel castagneto porta a sinistra. Dopo poco alzando lo sguardo a destra si nota una casa in pietra che bisogna raggiungere. Si passa davanti alla sua porta d’ingresso immettendosi su una traccia che taglia a mezzacosta in mezzo a una pineta. In pochi minuti si giunge a destinazione (15 min dall’auto). Questo rappresenta l’accesso originale. I segni rossi attraversando tutta la falesia da destra a sinistra conducono all’attacco della via “Upside Down”.
- Tramite la falesia “Petit Verdon”. All’inizio della stradina erbosa in salita che costeggia il torrente si dirama sulla sinistra una sterrata in piano che, passando davanti a una prima piccola costruzione dell’acquedotto, permette di raggiungerne, in pochi minuti, una seconda che è la vasca dell’acquedotto stesso dove c’è la scritta “Petit Verdon arrampicata”. Si passa a sinistra della vasca e ci si immette nel sentiero che si inoltra a sinistra nel bosco segnalato con un cartello in legno e con bolli rossi. Lo si segue fin sotto l’ultima rampa che conduce al “Petit Verdon”, Qui si abbandona seguendo la diramazione in salita segnalata da un cartello in legno con scritta “Roc Carà” (che nella toponomastica locale è il “Cimitero delle Felci”) e da bolli rossi. La diramazione porta prima sotto il muro denominato “Amazzonia” e quindi al “Cimitero delle Felci” (ometti e bolli gialli) (15 min dall’auto). Questo nuovo accesso permette, volendo, di scalare prima al “Petit Verdon” ed è segnalato con bolli rossi.
LE VIE:
1 – UPSIDE DOWN – 6a+ (5a obbl.) 140m I/S1 – M. Blatto, 20-21/12/2021 ; via di 5 lunghezze (6a+ o A0/5b/5a/6a+ o A0/4b), 9 rinvii, 1 singola da 70m, discesa in doppia sulla via
2 – VITA E BENESSERE – 6b+ – L. e M. Enrico, S. Merlatti 01/01/2022 ; inizio facile poi diedro ed infine difficile placca finale, sosta in comune con la n°3
3 – KOMAKINO – 6b – M. Blatto, 21/12/2021 ; bel muretto centrale striato da fessure superficiali. Nata come variante di L1 di Upside Down. Si può traversare brevemente alla S1 di questa.
4 – VIA DI CAPODANNO – 6a+ (5c obbl.) 150m I/S1– L. e M. Enrico, 31/12/2021 per la prima lunghezza di 6a+ salibile come monotiro, M. Blatto 02-22/01/2022 fino a L5 ; riprende in parte la vecchia Via di Capodanno (M. Casalegno-M. Rivotto 01/01/1983). Bella arrampicata atletica sul primo tiro poi placca. In tutto 5 lunghezze (6a+/5a/5b/5c/6a), 15 rinvii, 1 singola da 70m, discesa in doppia sulla via.
5 – ËL MERLU RASTA AMPËSTA PORC – 7a – L. e M. Enrico, 15/01/2022 ; inizio difficile sul muro a destra della via di Capodanno, poi in alto supera lo strapiombo con arrampicata atletica. Sosta in comune con n°4
6 – EFFETTO NOTTE – 7a – D. Re? / restyling L. e M. Enrico, primavera 2021 ; strapiombo iniziale di difficile impostazione, poi roccia lavorata, un difficile passo a destra permette di prendere la fessura
7 – IL MONOSESSUALE – 7a – L. e M. Enrico, 13/11/2021 ; strapiombo poi muro con un caratteristico monodito, per finire lunga fessura diagonale a sinistra sotto al tetto. Uscita in comune con n°6
8 – IL TETTO DELLA TETTA – 7a – D. Berta, anni ’80 / restyling L. e M. Enrico, 20/11/2021 ; un difficile ristabilimento a metà, poi tacche. L’originale, dopo la catena, supera ancora il tetto (attrezzatura vetusta e pericolosa) con difficoltà N.L. . Il tetto venne provato negli anni ’80 da Marco Bernardi che non riuscì però nella libera.
9 – VERDELAME – 6b+ – L. e M. Enrico, 21/11/2021 ; via corta ma con bei movimenti, inizio atletico poi un passaggio difficile a metà su piccole prese. L’uscita in catena non è ancora scontata.
10 – IL GIOCATTOLAIO PAZZO – 7b+ – D. Re, C. Maina, fine anni ‘80 / restyling L. e M.Enrico, ottobre 2020 ; difficile in partenza e molto fisico sulla pancia in alto
11 – MADE IN TEO – 7a – L. e M. Enrico, 30/05/2021 ; partenza in comune con n°10 poi a destra nel diedro. Uscita difficile.
12 – PERISTALSI – 7a/b – D. Re, C. Maina, fine anni ‘80 ; supera il tetto per poi congiungersi con la n°11. Via nelle condizioni originarie
13 – VIETATO BANFARE – 6a/b – D. Re, C. Maina, A. Bonani, fine anni ‘80 / restyling L. e M. Enrico, 2020 ; un 6a/b molto particolare….
14 – TAKKEBASSE – 6c+ – D. Re? / primo restyling D. Re (2013?), secondo restyling L. e M. Enrico, 2020 ; ribaltamento dal tetto molto difficile
15 – LISARDS AND COKE – 6b/c (6b obbl.) 100m I/S1+ – D. Berta, inverno ’86 ; primo tiro di 6b salibile come monotiro: primo restyling D. Re (2013?), secondo restyling L. e M. Enrico, 2020. Per i tre tiri successivi: M. Blatto, gennaio 2022 ; su L1 dopo il ribaltamento segue un muro delicato, se si sta a sinistra dei golfari il 6b ci può stare. L2 difficile pancia con passaggio chiave prima della sosta. L1 ed L2 concatenabili. In tutto 4 lunghezze (6b/6b-c/5c/5c), 12 rinvii, 1 singola da 60m, discesa in doppia sulla via.
16 – IL CIMITERO DEI FIX – 6b+ – L. e M. Enrico, S. Merlatti 21/11/2021 ; sfrutta la bella fessura tra la n°15 e la 17. Un po’ vicina alle altre ma completamente indipendente. Difficile il superamento dello strapiombo.
17 – ALLEGRI CADAVERI – 6b/c – D. Re, A. Bonani, fine anni ‘80 ; primo restyling D. Re (2013?), secondo restyling L. e M. Enrico, 2020/2022 ; ideale come riscaldamento, allungata nel 2022 arriva alla catena della n°18
18 – BRAVA GENT – 6c – L. e M. Enrico, S. Merlatti ; 30/04/2022 ; tiro indipendente e completamente naturale, interseca la vecchia via “L’ora dei Pavesini”. Alcuni passaggi difficili e poco intuitivi richiedono decisione.
19 – GRADO PLATO – 6c+ – L. e M. Enrico, S. Merlatti ; 18/03/2023 ; partenza con allungo iniziale e poi di dita con un difficile ristabilimento. Supera il tettino e sale la bella placca lavorata.
20 – L’ORA DEI PAVESINI – 6a/b – D. Berta, inverno ’86 ; via non richiodata con attrezzatura obsoleta. Si dirama dalla n°17 per poi traversare tutta a destra e fare un secondo tiro. Poco interessante.
21 – VOLERE O VOLARE – 7b – D. Re, anni ’90 ; restyling L. e M. Enrico, 2020 ; partenza strapiombante per superare la grotta iniziale, poi arrampicata fisica.
22 – H.D. – 7a+ – D. Re, anni ’90 ; restyling L. e M. Enrico, 10/04/2022 arrampicata fisica su buchetti e piccole prese
23 – MURO DEL DIAVOLO – 7b+ – D. Berta, anni ’80 / primo restyling D. Re, secondo restyling L. e M. Enrico, 23/10/2022 ; arrampicata su muro di continuità e di dita.
24 – E CINO NON SA VOLARE – 7b+ – D. Re, anni ’90 ; restyling L. e M. Enrico 19/11/2022. Via molto atletica con partenza sotto al tetto e un difficile incrocio. La via è stata prolungata con un difficile passaggio in uscita.
25 – GLI ADULATORI DELLE STOVIGLIE DI COCCIO – 7a+ – D. Re? / restyling L. e M. Enrico, 2020 ; parte in comune con la n°26, dopo il traverso e il boulder all’inizio della fessura sale sul suo spigolo sinistro con una serie di rilanci. Tiro completamente naturale.
26 – LÜRIDÖ ET IMPESTAJ – 7a+ – D. Berta, inverno ’86 ; restyling L. e M. Enrico, 2020 ; nella versione 2020 dal primo golfaro della n°27 si sposta a sinistra su buchi, quindi duro passo di boulder e poi fessura fisica
27 – INFERNO ROSA – 7a – D. Re, C. Maina, fine anni ‘80 / primo restyling D. Re, secondo restyling L. e M. Enrico, 24/10/2021 ; partenza dall’ometto, inizio fisico su buchi, poi muro più abbattuto ma tecnico
28 – LE MARGHERITE E LE SANGUISUGHE – ? – D. Berta? D. Re? ; segue in traverso la pancia a destra della n°27. Via non richiodata con attrezzatura obsoleta
29 – ELEQUARK – 7b – L. e M. Enrico, S. Merlatti ; 07/04/2023 (iniziata il 31/12/2021). Partenza molto atletica con duri moschettonaggi, poi spigolo arrotondato e uscita non scontata in placca. Movimenti molto belli. Dedicata ad Eleonora Caire, caduta sul Marguareis il 18/03/23, e al suo inseparabile cagnetto Quark.
prospetto della falesia
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A cavallo tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 sono state attrezzate e riattrezzate delle vie di più tiri che percorrono tutta Roc Carà, oltre la parte basale dove si trova la falesia: