Cima Leitosa Occidentale (2870m) – Cresta ovest-sud-ovest

30 Ago 2021 | Arrampicata

CIMA LEITOSA OCCIDENTALE (2870m) – Cresta ovest-sud-ovest

in rosso la cresta ovest-sud-ovest, in blu la discesa (foto L. Droetto)

 

ALPI: Graie Meridionali

VALLE: Val d’Ala

LOCALITA’: Frazione Molera

VIA: cresta ovest-sud-ovest

APRITORI / DATA: ignoti, prima invernale: A. Biancardi, G. Gandolfo ; 02/02/1949

RICHIODATORI / DATA: L. Droetto, L. Enrico, M. Enrico, E. Fassone, L. Rocchietti, E. Sibille ; 29/08/2021

ESPOSIZIONE: ovest-sud-ovest

DIFFICOLTA’: max IV+

MATERIALE IN POSTO: 35 spit-fix

MATERIALE OCCORRENTE: qualche friend medio, una scelta di nut, rinvii, cordoni e fettucce. Corda da 40m

AVVICINAMENTO:

Seguire la strada della Val d’Ala fino a Chialambertetto, girare a destra sulla vecchia statale e tornare verso valle salendo in auto fino alla piccola frazione Molera. Parcheggiare all’ultimo tornante prima dell’abitato in prossimità circa dei cartelli indicatori che segnalano il sentiero 233 GTA.

Seguirlo fino all’Alpe le Piane (2030m), non girare a sinistra verso la normale dell’Uja ma proseguire in direzione del bivacco Molino, passo dell’Ometto. Al Molino (2290m) è possibile pernottare (acqua appena sotto al bivacco a destra non sempre presente). Dal bivacco seguire il sentiero segnalato che porta al Passo dell’Ometto, dove gira verso sinistra scendendo nella conca sotto al passo abbandonarlo e risalire i ripidi prati che adducono alla depressione posta a nord del passo stesso (circa 350m dal bivacco, 1 ora).

NOTE:

La cresta della Leitosa è speculare all’Ometto ma a differenza di questa meno famosa e quasi mai percorsa. Eppure si presenta estetica, più bella della più famosa dirimpettaia. Le maggiori difficoltà si trovano nella prima parte, dove ci sono i salti più ripidi, però dopo continua ad essere molto interessante con vertiginosi scorci sul Vallone di Sea. L’itinerario è stato attrezzato con alcuni spit-fix che hanno anche permesso di passare sulle porzioni di roccia più bella e divertente, evitando le zone più rotte e discontinue del percorso classico. Ne è venuta fuori una salita di media difficoltà in ambiente molto bello. Da non sottovalutare lo sviluppo che è comunque notevole. La parte di cresta ripresa si ferma alla punta occidentale. Dopo è possibile proseguire con percorso più discontinuo e poi erboso fino alla punta centrale e a quella orientale.

L’attrezzamento della cresta è stato sponsorizzato dal CNSAS di Ala di Stura, in ricordo dell’amico e collega Matteo Feltro.

DESCRIZIONE VIA:

Primo salto: dalla depressione si attacca la cresta affilata (spit-fix visibile) fino al suo termine. Difficoltà di III+. Si prosegue facilmente sul filo di cresta.

Secondo salto: dal filo di cresta ci si sposta su una comoda cengia sul versante Sea e si attacca la paretina soprastante (spit-fix) fino ad uscire dal salto. Arrampicata bella e divertente su buona roccia con difficoltà massime di IV / IV+ circa. Questo tratto è stato aperto durante la chiodatura, il percorso originale è più a destra sulla cresta rotta e di blocchi.

Terzo salto: dall’uscita del secondo salto per crestina erbosa ci si porta sotto un magnifico risalto rossastro di roccia compatta inciso da fessure (spit-fix visibile). Salire sul margine destro per poi tornare verso il centro fino al secondo spit-fix. Qui spostarsi verso destra per afferrare buone prese che permettono di ribaltarsi fuori dal risalto. Difficoltà IV+, un possibile passaggio di V- ma ottimamente protetto dal fix. Anche questo tratto rappresenta una variante rispetto all’originale.

Quarto salto: dall’uscita del terzo salto si arriva alla base di un grande e bellissimo muro che forma la faccia destra dell’affilata ed aerea cresta che precipita in Sea (sosta con 2 spit-fix alla base). Salire sulla destra dove la parete è più articolata (qualche spit-fix visibile) fino alla sommità (sosta con 2 spit-fix). Difficoltà sul IV grado.

Dall’uscita del quarto salto si prosegue lungamente sulla cresta articolata, a tratti esposta, con passaggi di III fino a un ottimo pianerottolo erboso sotto al quinto salto.

Quinto salto: dal pianerottolo erboso si sale su rocce articolate che solo nell’ultima parte diventano più verticali ma sempre ben ammanigliate (qualche spit-fix). Con difficoltà sul III+ si esce sulla sommità.

Dal quinto salto ci si sposta di nuovo per cresta fino a un passaggio in discesa che si supera però bene in disarrampicata (spit-fix di sicurezza. E’ presente anche una vecchia fettuccia bianca su clessidra con maillon). Superato il tratto in discesa ci si trova alla base di una affilata cresta. Qui una breve doppia (15/20m) permette di scendere agevolmente sul versante Val d’Ala, alla base di facili placche che si risalgono fino a uno stretto intaglio sormontato da un pilastrino fessurato rossastro.

Sesto salto: si supera il breve ma divertente pilastrino (spit-fix visibile) pervenendo sull’ultima parte di cresta da cui è visibile la cima. Difficoltà IV-

Dal sesto salto si supera la cresta esposta e con un paio di passaggi non banali (difficoltà di III+, un passo sul IV, alcuni spit-fix) fino alla base del più facile risalto finale che si vince facilmente (III grado). Porre attenzione alla roccia negli ultimi metri (spit-fix di sosta in vetta).

DISCESA:

Dalla cima ci si abbassa sul versante Val d’Ala, traversando in direzione est (a sinistra faccia a valle), su placche frammiste ad erba fino ad incontrare il più evidente dei canali che scendono (caratterizzato da alcuni placconi di roccia). Su erba e facili rocce, camminando con cautela, si scende arrivando sopra al bivacco Molino.

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