Uja di Bessanese (3618m) – traversata Dente Meridionale del Collerin-Bessanese per la cresta Rey

26 Set 2021 | Alpinismo, News & Articoli

Traversata DENTE MERIDIONALE DEL COLLERIN (3324m) – UJA DI BESSANESE (3618m) per la Cresta Rey

il Dente Meridionale del Collerin + la cresta Rey

ALPI: Graie Meridionali

VALLE: Val d’Ala

LOCALITA’: Rifugio B. Gastaldi (2656m)

VIA: concatenamento traversata Dente Meridionale del Collerin+cresta nord, detta cresta Rey, sulla Bessanese

APRITORI / DATA: per la Cresta Rey: A. Castagneri, G. Rey ; 2 settembre 1889. Ignoti invece i primi salitori del Dente Meridionale del Collerin.

ESPOSIZIONE: tutte

DIFFICOLTA’: max III+/IV

MATERIALE IN POSTO: nulla

MATERIALE OCCORRENTE: qualche friend medio, una scelta di nut, rinvii, cordoni e fettucce. Una corda da 60m. Nel periodo estivo se si scende dalla normale non necessari piccozza e ramponi (chiedere comunque prima informazioni al rifugio Gastaldi)

alba alla fine della morena

AVVICINAMENTO:

Seguire la strada della Val d’Ala fino a Balme e da qui fino al Pian della Mussa (chiuso fino a maggio) che si percorre tutto fino al suo termine (1813m). Si posteggia poco sotto il rifugio Città di Ciriè, il parcheggio nei mesi estivi è a pagamento (3 euro per le auto nel 2021) ma se si paga dopo le ore 17 il ticket vale per il giorno successivo. Lasciata l’auto si prende la strada sterrata che parte in piano a sinistra della rampa che conduce al Città di Ciriè. Si supera il ponte e si prosegue sul sentiero ottimamente segnalato (segnavia N°222) che conduce al rifugio (846m di dislivello, 2h), dove è consigliato pernottare.

il ghiacciaio della Bessanese

Guardando la Bessanese si sta a destra del Gastaldi, dove c’è la fontana, e ci si incammina sulla traccia segnalata (segni bianchi-rossi) che in discesa conduce alla base della lunga morena che si dovrà risalire. La traccia da seguire all’inizio della morena è segnalata dal cartello per Punta Adami. Risalito il fianco della morena con diversi zig-zag si arriva sul filo che si percorre fino a un ripetitore. Da qui conviene ancora proseguire sul filo della morena fino al suo termine giungendo su una dorsale. Da questa si scende brevemente sul lato opposto tagliando verso sinistra per raggiungere ciò che rimane del Ghiacciaio della Bessanese.

la Rey vista dal Dente Meridionale del Collerin

Lo si risale senza problemi (non necessari piccozza e ramponi) in direzione del Colle della Bessanese (3250m), che si trova proprio di fronte, ma senza raggiungerlo. Arrivati infatti sotto alle propaggini di Punta Adami (3166m), che si trova sulla destra, si svolta a destra e si risale al colle innominato posto tra la medesima vetta e il Dente Meridionale del Collerin (3324m). La salita al colle avviene agevolmente su pietraia. Giunti all’ampia depressione ci si porta a sinistra all’inizio della cresta est-sud-est del Dente Meridionale del Collerin (2h dal rifugio).

all’inizio della Rey

NOTE:

L’abbinamento della traversata del Dente Meridionale del Collerin (3324m) alla Cresta Rey alla Bessanese (3618m) rappresenta un’ascensione un po’ inusuale, poco percorsa visto il notevole sviluppo che comporta. Tale approccio alla Rey permette però di evitare la risalita al Colle della Bessanese, ormai completamente privo di copertura nevosa durante la stagione estiva e molto pericoloso per l’estrema precarietà ed instabilità del terreno.

Inoltre se così percorsa l’ascensione diventa più completa, interessante ed impegnativa. Le difficoltà non sono mai elevate, nemmeno sulla Rey, ma il terreno richiede una buona dimestichezza alpinistica e la lunghezza non permette troppe perdite di tempo. Un’ascensione sicuramente molto remunerativa, nel complesso più selvaggia ed impegnativa del vicino e classicissimo Spigolo Murari.

In estate piccozza e ramponi non sono necessari se si scende dalla normale attraverso il Colle d’Arnas. Lo sono invece se si decide di scendere dalla via Balduino, da qualche anno attrezzata con delle calate a spit ma che termine su un ripido nevaio basale lungo un centinaio di metri e sempre presente anche in estate. Consigliati invece gli scarponi visto che il terreno è in molti punti fatto di sfasciumi. Informarsi comunque sempre in ogni caso presso il rifugio Gastaldi, dove il preparato gestore saprà darvi tutte le informazioni sulle condizioni del momento.

DESCRIZIONE VIA:

Dal colle ubicato tra Punta Adami (3166m) e il Dente Meridionale del Collerin (3324m) portarsi alla base delle prime propaggini rocciose che costituiscono la cresta est-sud-est di quest’ultimo. All’inizio si procede facilmente stando di preferenza sul lato Pian Gias (destra salendo) e per blocchi e brevi salti si arriva alla base di un salto più ripido formato da una sorta di fessura di roccia mediocre che si risale (III+) guadagnando successivamente la vetta.

Dalla punta si scende sulla cresta che divalla verso il Colle della Bessanese (3250m). Tale discesa risulta più laboriosa ed impegnativa rispetto alla salita appena fatta. I passaggi sono a tratti esposti, bisogna cercare il passaggio migliore che non è sempre così intuitivo ma con alcuni tratti in disarrampicata (III/III+) si riesce sempre ad aggirare le parti più ripide senza mai dover ricorrere a corde doppie.

Come indicazione generale si tenga conto che dopo essere scesi dalla vetta ci si trova in un punto della cresta dove il proseguimento per cresta o sul lato francese, che sembrerebbe più logico, risulta poco percorribile per la presenza di un ripido salto. Ci si deve spostare, abbassandosi, sul lato italiano e tramite una cengetta si guadagna un intaglio a valle del gendarme che sembrava precludere il proseguimento della discesa. Da qui in disarrampicata (III+) si divalla sul versante francese guadagnando, su terreno via via più sfasciumoso, i ghiaioni all’altezza del Colle della Bessanese (3250m). Si raggiunge quindi facilmente il colle (2h dall’inizio della cresta del Dente Meridionale del Collerin).

Da qui inizia la Cresta Rey. Di preferenza conviene stare sempre sul filo di cresta, tutto dove l’itinerario lo permette. La roccia risulta migliore e i passaggi più interessanti. Dopo il superamento di un primo torrione, con difficoltà al massimo di III grado, si perviene a un salto più alto che si supera direttamente tramite un sistema di belle fessure. Qui sono concentrate le maggiori difficoltà dell’ascensione che si possono valutare intorno a un IV grado. Dopo ci si tiene sul lato francese superando placche e risalti con difficoltà massime di III+. Ci si riporta quindi verso la cresta e si superano tutti i successivi torrioni senza mai dover ricorrere a corde doppie.

sotto l’ultimo risalto prima del segnale Rey

Una traversata diagonale sul lato francese porta sotto l’impennata finale prima del “Segnale Rey” che rappresenta il primo dei tre punti culminanti che caratterizzano la dorsale sommitale della Bessanese. Con facile arrampicata si perviene al suddetto “segnale”, 4h dal Colle della Bessanese. Si segue la cresta fino a una sosta che permette di effettuare una calata di 15m.

aerea calata dal segnale Baretti

Si prosegue quindi sulla cengia sul lato italiano fino a rimontare al secondo “segnale”, il cosiddetto “Segnale Baretti” (3618m). Una calata strapiombante di 20m deposita alla base del torrione. Da qui si perviene, sempre stando sul lato italiano, al “Segnale Tonini” (3604m), dove c’è la madonnina (1h dal “Segnale Rey”, 5h dal Colle della Bessanese).

DISCESA:

Dalla madonnina si segue la normale che nella prima parte risulta molto esposta e richiede di disarrampicare. Si arriva a una breve calata che permette di superare agevolmente un tratta più ripido. Dopo la calata si continua ancora per cresta, senza mai scendere nel canalone detritico che si apre sulla destra, pervenendo alla fine delle difficoltà ad un’ampia depressione. Qui su un masso è visibile la prima calata (spit con anello di calata) della via Balduino.

la madonnina del segnale Tonini

Se si opta però per proseguire la discesa sulla normale si divalla velocemente su ghiaioni e detriti seguendo la traccia che progressivamente punta a sud verso sinistra fino a portarsi sopra al Ghiacciaio d’Arnas, ormai molto basso. Si gira a sinistra in direzione del Col d’Arnas e a mezza costa si divalla su terreno di morena terrosa e di sfasciumi fino a metter piede su ciò che rimane del suddetto ghiacciaio (non necessari piccozza e ramponi) che si risale fino al suo termine, sotto il detritico pendio che adduce al colle.

curiose figure ci spiano….

Con una faticosa risalita di una cinquantina di metri si arriva al Col d’Arnas (3010m). Da qui si scende sul versante italiano seguendo il sentiero segnavia N°222 fino al Gastaldi. Contare dal “Segnale Tonini” anche 3h30’.

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